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La vita di Sante Monachesi

Sante Monachesi è nato a Macerata il 10 Gennaio 1910.
Si è diplomato all’istituto d’arte a Macerata. Successivamente si trasferisce a Roma, per frequentare il corso di fotografia al Centro Sperimentale di Cinematografia.

Nel 1927 restò affascinato da “Pittura Scultura Futurista” di Umberto Boccioni che condizionò il suo stile negli anni a venire. Infatti, già nel 1928, si dedicò al disegno di strutture “a spirale” e “in diagonale”, applicandole a sculture e pitture  
Nel 1932, insieme a Bruno Tano ed altri artisti, dà vita al Gruppo Futurista Umberto Boccioni, Futuristi nelle Marche. E fu così che dai primi anni ’30 le su opere mostrarono una particolare attenzione dell’artista alle forme primarie, nei gessi e nelle terrecrude.
Tra queste opere si ricordano: Il suonatore d’arpa, Astrazione plastica, Dittatore e Volume.



Dal 1934 collabora come caricaturista con diversi giornali e anche al Nuovo Futurismo di Milano.
Nel 1936 ha frequentato i corsi di scenografia presso il Centro sperimentale di cinematografia di Roma, partecipando anche alla Biennale di Venezia.

Alcune riproduzioni delle sue sculture sono state pubblicate dalla rivista Stile Futurista, diretta da L. Colombo.

Nel 1937 è stato presente al padiglione italiano dell’Esposizione universale di Parigi con La grande luce e Musicalità. Successivamente anche alla II Mostra nazionale del sindacato delle belle arti di Napoli.

Dal 1938 partecipa a diverse manifestazioni, partecipando ad un’esposizione di aeropittura, in occasione della mostra d’arte della Columbia University (NY). Altre partecipazioni si registrano anche nel salone della Gazzetta del Popolo a Torino e alla XXI Biennale di Venezia.

L’amore di Sante Monachesi per le geometrie tracciate in cielo dagli aeroplani e la capacità di realizzare sintesi polimateriche con la gomma, rame e sughero venne evidenziato da un articolo del 1936 redatto da Marinetti.
Sempre in quell’anno espose aeropitture e ha declamato poesie per aero.musica.

Gli anni ’40 ed il trasferimento a Roma

Nel 1939 si trasferì a Roma, dove ha preso parte alla III Quadriennale con 3 opere, tra cui Aeropittura di eliche imperiali.
In opere come Composizione plastico materica (1935) e A foglia morta su Roma (1940) si assiste ad un aumento della consistenza dell’impasto, prediligendo tele materiche contenenti anche collage di oggetti.

Nel 1941 espone le sue opere alla II Mostra del sindacato nazionale fascista di belle arti a Milano e l’esposizione nell’appartamento di Marinetti, realizzando la prima galleria di aeropittura.
Dagli anni ’30-’40 in poi i risultati migliori nell’arte di Sante Monachesi sono raggiunti attraverso la scultura. In particolare le terrocotte, le terrecrude, le ceramiche smaltate e i metalli.

Nel 1945 ha partecipato a diverse esposizioni, insieme a G. De Chirico, R. Guttuso, G. Turcato e altri, manifestando l’esigenza di voler aderire alla realtà rinnovando il linguaggio dell’arte.

Gli anni ’50 e la rivista Portonuovo

Nel 1953, a Roma, fondò la rivista Portonovo, pubblicando Dealogo della realtà poetica. Quest’opera parla dell’arte contemporanea e di quello che avrebbe dovuto combattere.
Qui dichiarava di lottare per rinnovare il linguaggio pittorico, schierandosi contro il ritorno del realismo e del romanticismo del 1800-1900.
Infatti, secondo Monachesi, le linee ed i colori non devono essere il fine della pittura ma i mezzi dell’espressione.

All’inizio degli anni ’50 l’artista ha ridotto i colori della sua pittura, l’emotività, dando maggiore risalto alle forma, abbandonando i residui della pittura tonale, originaria della scuola romana.
Quindi non più gradazioni ma tinte piatte, uniformi e accese.
Nel 1954 ha partecipato a diverse esposizioni, tra cui la XXVII Biennale di Venezia e la mostra personale alla galleria La Tartaruga di Roma.

In quegli anni ottenne il l’VIII Premio nazionale di pittura F.P. Micchetti.

Gli anni ’60 e ’70

Negli anni ’50 e ’60 Sante Monachesi, risentendo della corsa alla conquista dello spazio in atto tra URSS e USA, si ispira alle forme degli asteroidi e agli oggetti che gravitano nello spazio.
Nel 1965 ha avuto un’intensa attività espositiva. Ha tenuto una personale a La Barcaccia di Roma ed ha partecipato alla IX Quadriennale di Roma.
Proprio in quegli anni la serie dei Perspex e quella delle Evelpiume costituiscono la produzione migliore in assoluto di Monachesi. Le opere sono realizzare in polimetilmetacrilato, materiale che avrà un grande successo negli anni ’60 fino ad oltre gli anni ’90. Questo tipo di polimero, quindi, fu usato come una materia prima, da colorare e modellare; questo materiale è adatto per le sculture o oggetti di design. Così facendo si differenziavano dai soprammobili destinati alla produzione in serie.

in questi anni, dato il grande numero di esposizioni, si rileva soltanto la sua presenza alla XXVI Biennale di Milano nel 1969.

Gli anni ’70 e la morte dell’artista

Dagli anni ’70 in poi Sante Monachesi continua riproporre i capisaldi della sua opera. Ha inoltre insegnato nelle accademie di belle arti di Venezia, Torino e di Roma.
Morì a Roma il 28 Febbraio del 1991.

Gli anni successivi alla morte di Sante Monachesi

Dopo la morte dell’artista i suoi lavori sono stati presentanti in diverse esposizioni, nelle maggiori manifestazioni sull’aeropittura, futurismo, secondo futurismo e in varie retrospettive monografiche.

Tra i musei che conservano le sue opere vi sono la Galleria Nazionale di arte moderna di Milano, i Musei Vaticani, la Casa-Museo Remo Brindisi a Comacchio (FE), il Kunstmuseum di Berna.
Nella Galleria nazionale d’arte moderna di Roma sono conservati oltre 700 articoli dedicati a Sante Monachesi, oltre a diverse decine di cataloghi molto rari.


Sante Monachesi: il valore delle sue opere

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