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Achille Guerra è stato un pittore della seconda metà dell’Ottocento, attivo soprattutto a Napoli e, dal 1864, anche a Roma, dove pose la sua dimora definitiva.

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Dipinto Achille Guerra

La formazione artistica:

Nella prima parte della sua vita, fu alunno dell’Accademia delle Belle Arti a Napoli e studiò con suo zio Camillo, anch’egli pittore.
Proprio del giovane Achille è l’opera “Fermezza nella Fede Cristiana” (attribuita allo zio), databile 1855, in cui un uomo anziano in prigione ed una matrona romana sono raffigurati in un momento di preghiera.

La Galleria Dantesca:

Nel 1861 partecipò alla Galleria Dantesca a Firenze, che traendo spunto da un disegno di F. Bigioli produsse ventisette grandi quadri, tratti dalla Divina Commedia, di gusto tardo neoclassico.
Oltre al Bigioli stesso, parteciparono a questa originale iniziativa, anche Chierici, Paliotti, Grandi ed Achille Guerra. I quadri vennero poi esposti nella Chiesa di S.Croce.

L’esposizione ebbe successo, tanto che nel 1921 venne riproposta nuovamente.

il Trasferimento a Roma:

Dopo aver partecipato a varie mostre borboniche, si trasferì a Roma nel 1864, per avere la possibilità di partecipare ad esposizioni di interesse nazionale che gli consentissero una maggiore visibilità ed avere accesso ad un mercato più vasto.

Molti i quadri di ispirazione storica prodotti, tra cui “Raffaello e Giulio II”, “L’interrogatorio di Beatrice Cenci”, “Michelangiolo e Vittoria Colonna”.
Altrettanto numerosi i dipinti sacri, tra cui ricordiamo “Sant’Elia”, “Un angelo”, “Santa Teresa”.
Troviamo sue opere significative presso la badia di Cava de’ Tirreni: nella sala capitolare “La disciplina monastica “ed “il miracolo della sporta dei pesci”, mentre nella chiesa c’è una raffigurazione di San Mauro (1881).
Anche a Maiori (Salerno), nella chiesa della Congregazione del Carmine, troviamo quattro dei suoi dipinti.

I suoi quadri di genere, ci permettono di cogliere spaccati della vita nella campagne del Meridione (“il Saltarello” ne è un esempio).
Nei suoi lavori possiamo rintracciare chiaramente, non solo i tratti della sua formazione accademica neoclassica, come emerge dalla composizione della figure e dalla chiarezza del disegno e del tratto, ma anche l’influenza di suo zio Camillo, nelle tracce della cui opera, Achille prosegue a lavorare.

Non si hanno notizie sugli ultimi anni di vita dell’artista, che morì a Roma il 23 gennaio 1903.

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